5 giugno 2021
Dopo qualche ripensamento e aggiustamento, ecco il “quadro” del secondo gruppo: sessantatre frammenti affidati
Abbiamo adesso persone che lavorano tante tecniche diverse, alle feltraie infatti si sono aggiunte tessitrici, arazziste, quilters, ricamatrici, esperte in maglia ed uncinetto e… due uomini. Fabio non è più solo!
In parallelo la chat su whatsapp scorre frenetica, fra saluti, domande, qualche reiterazione e chiarimenti da parte dei tre amministratori: Fabio Giusti, Livia Sordini ed Eva Basile.
Emergono domande:
Oggi parlavamo di questa bellissima idea e della sua concreta realizzazione. Angela mi faceva presente che è difficile, per non dire impossibile, realizzare con la tecnica dell’arazzo (gobelin o altra) delle esatte misure. Tutti noi sappiamo che un lavoro tessile fatto a mano è soggetto a restringimenti una volta uscito dal telaio in cui lo si è tessuto. In sintesi: è importante ottenere esattamente un quadrato 50 x 50 o sono accettabili piccole variazioni?
A cui si cerca di dar risposta:
Cerchiamo di ottenere le misure previste, ma un minimo di tolleranza la prevediamo.
Facciamo prove e campioni, per evitare sorprese. Ciascuno di noi conosce le proprie tecniche, strumentazioni ed abitudini.
Qualcuno si preoccupa della fedeltà ai colori originali, Fabio puntualmente risponde:
Schermi e stampanti non rendono mai il colore reale, ognuno sul proprio schermo o sulla propria stampa vedrà un colore che “si avvicinerà” più o meno a quello reale che possiamo vedere solo al MOMA.
A noi non rimane che dare una interpretazione nostra su colori e questo, l’ho già più volte affermato, farà della nostra opera finale un opera diversa dall’originale, una interpretazione collettiva diversa da ciò che Van Gogh ha realizzato. Nondimeno sarà un omaggio all’artista, all’arte e soprattutto a noi stessi!