Sabato 11 maggio 2019 ore 9 – 18
Corso di 8 ore, a cura di Gioconda Pieracci

Tornare a Feltrosa, un po’ come tornare a casa.
L’emozione, finalmente, di partecipare di nuovo ad uno dei corsi: questa volta joint-doll, in feltro naturalmente!
Quanti volti può assumere un batuffolo di lana? Infiniti e a quanto pare e fortunatamente non ne ho mai abbastanza.
Un’insegnante generosa e disponibile ha preparato una postazione per ognuno di noi con tanti oggetti che ad un occhio, come il mio, poco esperto del feltro ad ago hanno stimolato la curiosità: bacchette di ferro rivestite di ciniglia, conosciute ai fumatori di pipa, ma certo non ad una feltraia, una pallina di polistirolo, uno schema di costruzione, uno stecchino da denti e uno da spiedini (perdono ma li conosco in ambito culinario).
Mi siedo pronta ad iniziare e mi rendo conto che come una “bischera” mi sono dimenticata la scatola dei miei aghi!! Il provvidenziale aiuto di Gioconda che me ne ha forniti ha fatto si che, voilà tutto a posto, si parte!
Dopo una breve introduzione sul tema del corso, la meraviglia di scoprire che questo tipo di lavoro può essere ispirato da un disegno preparatorio, da una fotografia o sorpresa: dal materiale stesso che feltrando “decide” cosa vuol diventare da grande e tu hai il compito di plasmarlo e di guidarlo dove vuole arrivare in piena libertà.
Così ho scelto l’anarchia della lana, se novità deve essere, che sia il materiale a guidarmi nella costruzione della fisionomia della mia prima jointed-doll.
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I primi pezzi plasmati sono stati i piedi e le mani; la paper clay infatti deve avere il tempo fisico di seccare all’aria una volta modellata.
Il lavoro più lungo ed accurato invece è stato dedicato alla testa dei nostri amici lanosi: attorno alla pallina di polistirolo abbiamo sagomato il volto, con l’aiuto dei due stecchini e degli aghi di diverse misure e fattezze.
Non li avevo mai usati in maniera così approfondita e diversificata, se non per rimediare a secco a qualche errore fatto su pezzi feltrati ad acqua; sarà per questo che non mi ispiravano gran simpatia; se ripenso al lavoraccio fatto alla mia prima Feltrosa di Barcis, sento ancora adesso la goccia di sudore scendere per quel preferltro che dovevo rimediare per il laboratorio della borsa di Agostina.
L’intera mattinata è volata in preda alla concentrazione nella costruzione della testa.
Una breve pausa necessaria al ristoro e alla vista, avvolti dai profumi dell’ecoprint e dai rumori della levigatrice usata negli altri corsi e poi di nuovo a lavoro.
Alla ripresa del corso ci siamo dedicati alla costruzione del corpo della bambola, seguendo le proporzioni dettate dallo schema preparato dall’insegnante.
Abbiamo piegato i nostri segmenti di ferro; Gioconda ci ha mostrato i passi e noi l’abbiamo seguita passo passo: busto, spalle, anche, gambe, braccia.
Una volta piegati gli “scovolini” abbiamo fasciato i segmenti con la lana ed abbiamo infeltrito; fortunatamente con l’aiuto della ciniglia la lana ha aderito velocemente.
L’unione della testa calva al busto poi, che strana sensazione! Vedere questo essere inanimato che prende le sue sembianze e ti chiede di deciderne il colore della chioma; ancora una volta, appuntati i capelli della bambola, l’insieme del lavoro cambia di nuovo.
Colore e acconciatura cambiano molto il pezzo che stai creando, così sui tavoli si sono affacciati: Pinocchio, fate, streghette, Pippi calze lunghe…
Concluso il tronco abbiamo unito gli arti legando i singoli pezzi, le mani ed i piedi per mezzo di un ago con del filo di lana; la bambola nuda è finalmente pronta per trucco e vestizione.
Il tempo ormai è agli sgoccioli, il concerto ci sta aspettando, per cui non riuscendo a confezionare l’abito definitivo ho abbozzato una mise che poi con calma a casa ho cambiato.
Errori ne ho fatti, anche più di uno, ma sbagliando s’impara e non vedo l’ora di rimettermi all’opera per la seconda joint-doll seguendo le dritte di Gioconda Pieracci, bravissima insegnante di questo corso.
Grazie Gioconda!
Il programma:
Costruiamo una marionetta senza fili o jointed doll in feltro ad ago di circa 30 cm con una struttura ‘ossea’ interna, snodi nelle giunture del corpo.
Ognuno può scegliere il personaggio che sente più vicino a sé, anche se, per motivi di tempo i soggetti che più si prestano sono: la ballerina, il clown, Pinocchio, Pierrot , o anche le dame, comunque personaggi con costumi semplici.
Dopo aver imparato a creare la struttura della bambola ci concentreremo a realizzare un viso espressivo e un acconciatura consona al personaggio, nel tempo rimanente realizzeremo un costume semplice.
Numero partecipanti: max 10
Prerequisiti: avere una buona manualità e un po’ di confidenza con l’ago.
Materiali:
Lana cardata bianca o color carne a fibra corta (tipo bergschaf o maori)
Lana cardata a fibra corta o lunga, colorata, per capelli (del colore che si desidera), occhi e altri dettagli
Lana cardata nera a fibra corta per dettagli del viso
Pizzi e stoffe per il costume
Spago, ago grande per spago
Ago e filo coordinato col colore della stoffa scelta.
Nettapipe bianchi (forniti dall’insegnante)
Nastro adesivo di carta (fornito dall’insegnante)
Pallina di polistirolo (fornita dall’insegnante)
Strumenti:
Taccuino per appunti
Aghi da feltro sottili e medi
Forbici
Pinze per piegare e tagliare il fil di ferro
Forniti dall’insegnante: Palline di polistirolo, nettapipe o fil di ferro da carpentiere, nastro adesivo di carta.