Livia Sordini, 11 giugno 2022
Sono sempre stata affascinata e incuriosita da quello che succedeva dietro le quinte, da quell’insieme di pensieri ed azioni necessari alla realizzazione di un qualsiasi progetto sia lavorativo che ludico.
E nel tempo il dietro le quinte è diventato uno dei miei luoghi privilegiati di osservazione e di azione sia nel lavoro che nella vita.
Mi piace essere parte attiva di quel meccanismo complesso e articolato che parte da un’idea o da un progetto, prende corpo, si definisce, si compone fino ad arrivare a materializzarsi. Mi piace vivere l’entusiasmo, l’attesa, la sospensione, i ritmi intensi e l’intesa con le persone con cui collaborare che ne fanno parte.
E’ per questo che qualche anno fa mi sono proposta ad Eva per darle una mano nell’organizzazione di Feltrosa. Oltre al piacere di stabilire un contatto più diretto con tutti i feltrosiani mi sembrava così di entrare veramente nel cuore di quell’incontro e di sentire tutta la forza e la bellezza che portava con se, di poterne assaporare tutti I colori, gli odori e gli umori che lo rendono unico.
Quest’anno è stato un po’ come vivere una doppia Feltrosa. C’era l’impegno organizzativo degli altri anni: le prenotazioni delle stanze, gli accordi con I ristoratori, le mail, le telefonate, le domande e poi c’era la Notte stellata. Questa idea inusuale, affascinante e abbastanza folle che andava prendendo forma.
Ho scelto di essere a Sala Baganza dall’inizio, volevo esserci e vivere ogni momento di questa esperienza.
Partita in piccola squadra con Patrizia, Iliana, Daniela e Nietta, feltrosiane di vecchia data e nuove amiche, impazienti di arrivare e di metterci al lavoro. Alla Rocca ci aspettavano Eva, Paolo, Fabio e Francesco, già alle prese con il montaggio dei supporti e la felicità finalmente di ritrovarsi è stato un bellissimo regalo. Antonia e Marisa avevano nel frattempo affrontato lo spacchettamento di tutti I lavori inviati.
E poi guardare i pannelli da vicino, toccarli con mano, sovrapporli ai volti e alle storie sia di persone amiche che sconosciute. Vivere insieme la frenesia dell’allestimento, l’organizzazione, la collaborazione, l’affiatamento e il capirsi al volo, senza bisogno di tante parole…
Anche la fatica ha preso sembianze diverse.
E già il primo allestimento, con le tre versioni dello stesso frammento vicine, ci ha entusiasmato, stupito, emozionato. Sembrava di potersi abbandonare e nuotare in questo mare di azzurri e di blu che era ovunque intorno a noi.
E poi, il venerdì sera, di corsa smontare e inscatolare per rimontare la mattina dopo, insieme ad altri volontari, queste tre pareti crepuscolari che ci hanno commosso, sorpreso, emozionato come forse non ci aspettavamo.
Non è stato facile smontare tutto e veder partire quel camion, sembrava di sentire in bocca il sapore un pò amaro della fine delle belle avventure e della nostalgia dell’intensità di quanto vissuto, di questo dietro le quinte che ci ha scaldato il cuore, ci ha nutrito e ci ha fatto sentire ancora più vicini.