Eva Basile, 8 maggio 2017
Riordinati i locali che hanno ospitato laboratori ed eventi e salutati coloro che si stavano dirigendo sulla via del ritorno abbiamo stipato l’auto con materiali e strumenti portati da casa per questa dodicesima edizione: una grossa pentola acquistata a Biella per farci ecoprint, portata anche quest’anno ‘perché potrebbe servire’ assieme alla bombola da camperista acquistata a Bressanone. Due tubi da piscina frutto di acquisti per Feltrosa 2013 (quella di Amelia) una lavagna magnetica presa in prestito, ma non servita… idem per i cubi di Mel, ingombranti ma inutili quest’anno. Insomma un lavorio non sempre efficiente e un accumulo di cose che cresce di anno in anno!
Allo stesso modo si stratificano i ricordi e si aggiungono, anno dopo anno, storie e persone. Dodici anni sono tanti e nonostante le cose cambino il piacere di incontrarsi resta. Qualcuno viene per imparare nuove tecniche grazie ai corsi, altri per rivedere le amiche conosciute nelle edizioni passate mentre, gomito a gomito, si affannavano a stendere veli di lana di leggerezza inimmaginabile o rullare oggetti davvero enormi.
Chi ricordare e ringraziare, quest’anno?
tutti coloro che si sono imbarcati in viaggi più o meno lunghi e complessi: le 22 persone nel gruppo russo a cui si sono uniti Sasha ed il marito, dalla Bielorussia. La gentile Bodil, partita da Copenhagen, Maggie ed Anna, venute addrittura dall’Australia in compagnia dei rispettivi mariti, Michèle dal Portogallo, unitasi a noi da tre edizioni, e tutte coloro che chiedono le ferie o risparmiano i soldini per poterci essere. Insomma, senza le feltrosiane non esisterebbe nemmeno Feltrosa.
E allora devo dire un grazie speciale a Livia Sordini e Maria Cristina Modanesi, senza le quali non saremmo stati in grado di organizzare gli alloggi e Paolo Uliana sulle cui spalle si sono concentrati gli allestimenti di entrambe le mostre.
Però la persona che più di ogn’altra incarna questa edizione, per me, è Marco Stefanini, il presidente de Il Sapere delle Mani, disponibilissimo ed infaticabile. Sempre presente quando c’era da prelevare qualcuno alla stazione, da movimentare tavoli o appendere cose ad altezze proibitive.
Burbero all’apparenza, dopo poco che ci parli senti che ha un animo davvero gentile e capisci che il suo entusiasmo travolgente non ha eguali: lo vedevamo con la macchina fotografica a documentare ciascun momento, a scherzare con tutti e poi, il mattino dopo potevi vedere foto e video già online sui social, a distanza di poche ore.https://www.youtube.com/watch?v=HxRTy7RugM8
Video ‘in movimento’, incuranti dei dettami delle scuole di cinematografia, vivaci ed allegri, pieni di voci e risate.
E come dimenticare Umberto Pessolano? Il poliedrico direttore del Museo del Fiume, collezionista di sabbie di luoghi remoti, che generosamente si è adoperato per Feltrosa, convincendo le autorità del paese e lavorandoci di persona, con allegra energia?
Nazzano si è rivelato un luogo veramente speciale, e non solo per le morbide anse del Tevere e la sua splendida oasi naturalistica.