Domenica 25 maggio 2025 – laboratorio / conversazione a cura di Annalisa De Luca
Penelope è uno dei personaggi dell’Odissea più conosciuti ma nello stesso tempo, più appiattiti su una sola dimensione, quella della moglie fedele.
Penelope però, tutti anche sanno, tesseva e questo la rende molto interessante per chi si avvicina alle arti tessili e vi cerca qualcosa di più di un passatempo.
L’Odissea è base della cultura in cui cresciamo anche perché, oltre che nelle metafore e nelle similitudini, è una delle strutture essenziali del programma di studio delle Scuole medie inferiori, un tempo di costruzione della propria idea di sé e del mondo.
In questo quadro Penelope è un archetipo, “la moglie” e “la regina” e ne incarna tutte le caratteristiche anche prescrittive che la società pretende dalle donne nella coppia: subordinazione, fedeltà, cura della relazione, persistenza oltre ogni ragionevolezza, disponibilità al sacrificio, castità fuori dalla coppia, tolleranza in caso di tradimento.
Eppure la storia di Penelope è anche molto altro e anche la usuale interpretazione, leggendo bene il testo, potrebbe essere messa in discussione. Con le donne che frequentano la Casa delle Streghe abbiamo spesso studiato questa storia, ne abbiamo fatto un diverso racconto e lo abbiamo portato oralmente in molti luoghi dove ha lasciato tracce significative nei cuori e nelle vite.
L’anno scorso quel racconto ha in parte accompagnato il laboratorio di filatura della lana a mano durante Feltrosa. Quest’anno lo vorrei portare, sempre in quell’ambito, ma con una riflessione più complessa legata alla modestia.
Penelope non scelse Ulisse e nemmeno lui scelse lei. Penelope fu un ripiego rispetto ad Elena, l’intelligente rispetto alla bellissima. Penelope fu costretta a seguire Ulisse ad Itaca diversamente dalla tradizione che prevedeva che fosse il re a lasciare la propria terra per raggiungere la regina.
Non abbiamo notizie di sorelle di Ulisse. Mentre Penelope su carro viaggia verso Itaca il padre la segue per convincerla a restare, il carro si ferma, lei lo guarda e senza parlare abbassa una rete sui suoi occhi e se ne va. In quel punto il padre (che aveva tentato di uccidere Penelope neonata buttandola da una scogliera) innalza un monumento alla modestia.
Nel corso del nostro lavoro di filatura rifletteremo su questo episodio, sulla complessità delle scelte, sul valore del segno, sui limiti della parola.