Livia Sordini, 28 aprile 2020
Manca poco al I° maggio e mi capita spesso di pensare che in questi giorni, in tempi cosiddetti “normali”, avrei iniziato a dedicarmi alla partenza per Feltrosa. Prevista il giorno prima, giovedì 30 aprile, per allestire, sistemare, accogliere.
Avrei iniziato a pensare a cosa portare: farà caldo, farà freddo? magliettina leggera però poi felpa e giacchetta pesante (si va al nord, sicuramente fa più freddo che a Roma!) Pioverà?
E poi i materiali: spruzzino, bacinella, sapone (la zanzariera mi potrà servire?), tubo, asciugamani, guanti, e poi?… (che mi sto dimenticando?), un po’ di ritagli, un po’ di fili? (ma si dai, poi mi pento di non averli portati…)
I biglietti del treno, gli orari, gli appuntamenti, le ultime prenotazioni, le telefonate e i messaggi con gli albergatori. Andrà tutto bene?
Si parte! E già avrei immaginato abbracci, sorrisi, incontri, saluti, chiacchiere, racconti, colori, materiali, nuovi stimoli e idee.
Mi viene in mente quando, a fine gennaio, abbiamo fatto con Eva un sopralluogo in una Sala Baganza fredda e uggiosa. Treno, ancora treno e poi navetta. Prendiamo nota di orari, stazioni di partenza, fermate dove salire e dove scendere per agevolare arrivi e partenze. Il virus sembrava lontano, avremmo scoperto solo più tardi che già circolava tra noi.
Ad accoglierci, coccolarci e accompagnarci Antonia, con la sua carica di energia, e Julio, cuoco appassionato, entrambi gentili e disponibili.
Abbiamo fatto sopralluoghi, cercato gli spazi giusti per la mostra e per i laboratori, programmato, immaginato, preso accordi per le cene collettive e per trovare gli alloggi per tutti. Stavolta avremmo avuto un intero albergo tutto per noi, ancora in fase di ristrutturazione ma ci garantiscono che per le nostre date sarebbe stato pronto. In un cantiere ancora aperto abbiamo girato tra le stanze: singole, doppie, triple, multiple e immaginato le sistemazioni secondo le necessità di ognuno: chi non rinuncia assolutamente alla singola, il gruppo che vuole dormire tutto insieme, chi è disponibile a dividere la camera con chiunque. basta che non russi!
Gli incastri, chi arriva prima, chi arriva dopo, chi cambia idea… E poi ancora, menù per tutti i gusti e quest’anno anche un cantante!
Un lavoro dietro le quinte che mi appassiona e mi gratifica: dare indicazioni, cercare le soluzioni per ogni richiesta, provare a soddisfare i desideri di ognuno.
Poi… è arrivato questo nemico invisibile e imprevedibile, ha rivoluzionato le nostre vite, ha seminato dolore, orrore, paura, rabbia, incertezza. Ci ha imposto regole rigidissime, distanze fisiche dagli affetti. Ci ha obbligati a riflettere sui nostri stili di vita e sui nostri comportamenti ridefinendo bisogni e priorità. Ci ha chiesto di riprogettare un futuro incerto e di cercare dentro di noi quelle risorse che forse non pensavamo nemmeno di avere.
Ci impone ancora di stare lontani ma con il cuore ci sentiamo vicini più che mai, uniti dal filo rosso della creatività, dell’impegno, dell’entusiasmo, della testardaggine, della speranza di poterci riprendere i nostri spazi in un mondo che, credo, non sarà più come prima ma in cui potremo essere ancora felici di ritrovarci e incontrarci alla prossima Feltrosa per immaginare, progettare, sperimentare e continuare a lavorare insieme.