Tecnica | Digitalizzazione fotografica, elaborazione al CAD tessile, tessitura Jacquard. |
Materiali | Seta, lana, lino. |
Dettagli | Dopo lungo tergiversare ho deciso di interpretare il mio frammento grazie alla tessitura Jacquard. Il telaio che ho usato, messo gentilmente a disposizione dalla Fondazione Arte della Seta Lisio, tesse in un’ampiezza di 60 cm, permettendomi di orlare facilmente il lavoro su ogni lato. La gamma di colori è limitata a causa di motivi tecnici, erano in tutto 4 trame, una in lino per la base le altre tre in lana 2/25.000 nei colori verde, blu cobalto e grigio perla. I semitoni erano da ottenere mescolando il nero dell’ordito con i colori delle trame. Ho tessuto qualche campione per verificare gli impasti cromatici e calcolare il numero di trame al cm, in modo da ricavarne un quadrato di 50×50 cm. Il lavoro, molto tecnico, non ha lasciato spazio ad interpretazioni e gli stessi intrecci scelti – dei rasi – danno superfici omogenee. Il tentativo di ottenere effetti un po’ aggettanti, grazie all’uso della trama in lino, è riuscito parzialmente. Ma il tempo a disposizione era limitato ed il colore dell’ordito non si poteva modificare. L’aspetto più interessante del progetto comunque non è stato quello esecutivo, quanto quello progettuale. Nel senso dell’avvio stesso dell’iniziativa, nella fase della scelta del dipinto da segmentare ed interpretare. Non ero consapevole che la Notte Stellata di Van Gogh (individuata assieme ad altri dipinti celeberrimi grazie ad una banalissima ricerca su google: “very famous painting”) avesse così tanti riferimenti nell’immaginario collettivo. Molto del fascino di questa iniziativa quindi risiede nel dipinto stesso, nella tragica storia del suo autore, ne sono convinta. E nel fatto che stavamo vivendo un momento eccezionale, quello del confinamento. Nel mio blog, e nei commenti che seguono l’articolo, si rivive quel clima |
Provenienza | Firenze – Porchiano del Monte Amelia (Terni) |
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