Eva Basile, 30 maggio 2017
Ogni anno mi imbatto, più o meno fortunosamente in siti e blog in cui si parla di Feltrosa.
In alcuni casi so benissimo che immagini e testi compariranno sul web: i testi e le foto li ho forniti personalmente!! E’ successo un paio di mesi fa sul blog di Io Donna e qualche settimana fa con No Serial Number.
E’ però molto più interessante leggere quello che pubblicano i partecipanti; come usa adesso i testi sono brevi e le foto parlano, come nel post di Helga nel suo blog Very Country People, oppure Anna in Nearteneparteweb, il suo diario online.
Diana ha annunciato sul suo Diarte’s blog il lavoro che avrebbe condotto a Feltrosa, ma probabilmente non ha avuto il tempo di relazionarne a cose fatte: a dire il vero ha mandato ampio articolo per queste pagine.
Qualche mese fa trovai grazie a Facebook un articolo che parla di un’affezionata ‘feltrosiana’ australiana: Maggie.
Galina Titova, russa che vive in UK, gestisce Gonefelting, un blog in inglese, e ci racconta di come il laboratorio Bassorilievi lanosi l’abbia stregata…
E poi c’è l’ampio mondo di coloro che scrivono in cirillico: Фельтроза, grazie a Yulia e le amiche che anno dopo anno giungono per le diverse edizioni, è nota in Russia! E allora trovo vk.com/club137843444, una pagina organizzativa, di collegamento, nella quale non capisco nulla e che non viene tradotta in automatico dai soliti servizi online… e poi su www.livemaster.ru/ il resoconto di Yulia.
Venti persone al suo seguito sono giunte da diverse località, a cui si sono aggiunte Olga Arpone e Sasha Giros con il marito, bielorussi.
Olga ha presentato il lavoro di professionisti in ascesa in Russia, Sasha ha allestito alcuni suoi lavori. In parallelo Elena Shirinova insegnava a filare un filo molto decorativo, a due capi: il suo spazio era davvero affollato.
Nel lato opposto della sala Emilio Taliano insegnava la tessitura a tensione e Maria José Troncoso aveva raccolto attorno ad un tavolo una decina di persone per fare feltro ad ago.
————All’aperto Tatiana Sankina tesseva erbe raccolte nei prati in un arazzo verdissimo e fiorito, Fabio proponeva il suo telaio ‘ad un solo liccio che tesse ogni intreccio’ e Diana il feltro ad aghi.
Ma per tornare ai blog ed agli ospiti dalla Russia: Elena Kuznetsova, fatina dai capelli mossi e rossi, gestisce uno spazio online, seguitissimo, e ci ha dedicato due articoli in cui si leggono fra le righe cose interessanti: la passione per i viaggi dei russi è nota a tutti. Diverso è il modo di intendere l’artigianato del feltro, ma anche questo, volendo, lo sapevamo… questione di gusti, di cultura, di senso del design.
Ma ecco un interessante: “Сразу после прогулки мы отправились валять монстров! Такие мероприятия популярны у западных фелтмейкеров. Все вместе что-то творим… в этот раз было сухое валяние. […] в итоге получается что-то невообразимое, но процесс очень весёлый!”
Mi aiuto con i mezzi consueti:
“Appena dopo la gita siamo andati a giocare ai mostri! Questi eventi sono popolari fra i feltrai in Occidente. Tutti assieme si crea qualcosa… stavolta con il feltro ad ago […] Il risultato è un qualcosa d’impensabile, ma il processo è davvero divertente!”
Elena prosegue raccontando del corso di ecoprint e si evince che non sia una tecnica molto nota fra i russi.
Molto apprezzata la serata in cui canti e danze hanno fatto superare le differenze e lo scoglio linguistico. Chissà perché si parlano così poco l’inglese o il francese da quelle parti…
Il secondo intervento riguarda la presentazione del feltro russo tenuta da Olga Arpone e le attività gestite dalle nostre ospiti: l’orgoglio è alle stelle, a ragione, i lavori portati a Nazzano erano veramente eccellenti.
E poi un’osservazione che penso sia traducibile come segue:
“Per gli italiani il processo è più importante del risultato finale. Non si fanno imprigionare da questioni come le vendite o la perfezione dei risultati. Il feltro per loro è l’occasione per trascorrere dei momenti memorabili.”
E’ davvero questo quello che comunichiamo? Di certo il feltro a Roma o a Capri si vende con più difficoltà che a Mosca, se non altro per fattori misurabili con la scala Celsius! Di conseguenza sono meno coloro che di quest’attività vivono, ma è anche vero che da anni Feltrosa propone il meglio del feltro italiano, ospitando in veste di insegnante le più preparate feltraie!
Vado a cercare qualche altro blog: vediamo se scopro qualcos’altro…
Se ne frattempo chi legge vuole segnalare altri articoli sono felice di linkarli qui di seguito!