Eva Basile, 15 ottobre 2019
Il Musée du Feutre di Mouzon, in collaborazione con International Feltmakers Association ha promosso il primo incontro delle associazioni europee dei feltrai: un progetto generoso che ha visto coinvolte una trentina di persone.
Un incontro per conoscersi (anche se avevo avuto modo di incontrarne molte in passato) e per mettere le basi di futuri progetti condivisi.
Oltre a buona parte delle componenti il direttivo della IFA vi erano le responsabili di Filz-Netzwerk e.V., Grima, Filtti, Norske Filtmakere, Feutre Art Textile, Feltmakers Ireland mancavano referenti di ViltKontaktGroep e dell’associazione dei feltrai svizzeri: c’eravamo noi di Feltrosa, ovvero chi scrive e Lisbeth Wahl.
Vi erano le tre animatrici di Vrouw Wolle, Ekaterina Dolinskaya (editor di Felt Fashion) e Marie-Thérèse Chaupin, di ATELIER Laines d’Europe.
Arrivata alla stazione più vicina – Mouzon è mal collegata dal trasporto pubblico – ho incontrato le tre delegate danesi. Il direttore del Museo in persona è venuto a prenderci per portarci al Moulin du Grésil una struttura dotata di ampi spazi e cucina attrezzata: Dominique Le Jean e Johanna Rösti-Bühler facevano gli onori di casa e mi indicavano dove mettere il mio contributo gastronomico all’incontro.
Le due cene di venerdì e sabato si sono infatti basate sui nostri contributi: abbiamo assaggiato un particolarissimo formaggio norvegese caramellato, del rustico pane dei Pirenei e salame di renna, molti ottimi formaggi francesi e pane tostato scandinavo.
Nella serata di venerdì abbiamo rotto il ghiaccio: un giro di presentazioni ci ha fatto conoscere la consistenza e lo spirito che anima ciascuna delle organizzazioni. Ve ne sono di molto selettive – quella norvegese, ad esempio – composte da pochi membri, ammessi dopo aver superato il vaglio di una giuria e di molto aperte, ad esempio la IFA, con oltre 1100 associati, concentrati per il 90% nel Regno Unito e l’associazione olandase, anch’essa con un migliaio di tesserati. Abbiamo saputo che in Belgio le divisioni fra valloni e fiamminghi non hanno finora permesso di costruire un’associazione nazionale e che l’associazione Feutre Art Textile, nata in Francia allo scopo di promuovere il mestiere d’arte del feltraio con spirtito molto selettivo e professionale, ha dovuto cessare le attività dato il numero esiguo di iscritti impegnati nelle attività associative.
Ho parlato brevemente di Feltrosa, del fatto che l’associazione che la sostiene, Coordinamento Tessitori, è nata per collegare chi tesse a telaio e che la nostra convention annuale, anche per questo, da diversi anni prevede un corso di tessitura.
La cena ci ha permesso di conoscerci meglio ed attardarci davanti ad un bicchiere di vino. Molte le lingue parlate dai presenti, qualcuno ha avuto bisogno di traduzioni volanti, tutti hanno fatto del proprio meglio. Rapidamente abbiamo pulito vasellame e cucina, coloro che erano alloggiati in altra struttura si sono organizzati con le auto. Mi sono trovata così a condividere la stanza con una vecchia e cara conoscenza: Sirpa Mäntilä, dell’associazione finlandese Filtti.
Sabato mattina siamo stati al Museo, per una visita guidata da parte del direttore e per vedere la mostra Art Vestimentaire, opere d’arte indossabile di membri delle diverse associazioni coinvolte, per la quale sono stati selezionati lavori di Karin Monica e Lisbeth Wahl.
Un buon pranzo ha concluso la mattinata, in un ristorante poco distante.
Nel pomeriggio, tornati al Museo, ci siamo riuniti in due gruppi, per discutere altrettanti temi: la promozione di feltro di qualità, il feltro nei sistemi educativi. Ho così saputo che da tempo si lavora al progetto di far includere il Feltro fra i beni della cultura immateriale dell’UNESCO, che in Francia, l’associazione Feutre Art Textile è riuscita ad inserire il feltro nel sistema della formazione finanziata e che in Germania si lavora al far includere il feltro fra le pratiche artigianali promosse dallo Stato.
Si è parlato di corsi online, molto popolari in Russia e illustrati con entusiasmo da Ekaterina Dolinskaya, e del piacere di incontrarsi, di persona.
E poi – sorpresa! – siamo stati invitati nella sala desitinata ai laboratori pratici, dove Henny van Tussenbroek, la International Officer dell’IFA, ci ha invitato a ‘giocare’ con il feltro. Aveva preparato un piccolo kit contenente prefeltro tagliato in tanti piccoli triangoli, un quadrato di prefeltro in colore contrastante ed uno ‘schema di montaggio’. Dopo un’oretta ciascuno aveva in mano una piccola girandola, una versione semplificata del lavoro della nota feltraia tedesca Andrea Noeske-Porada.
Si era fatto sera e quindi, tornati al Mulino, ci siamo rinfrancati con una bella zuppa calda e le molte altre cose buone portate da ciascuno di noi.
Domenica mattina si sono tenute le riunioni più attese, divise anche queste in due gruppi: Collaborazioni fra associazioni e Organizzazione di evento-mostra internazionale.
Molte le idee da mettere a punto nei prossimi mesi e concretizzare da qui ad un paio d’anni: è presto per parlarne, ma non mancheranno sviluppi…