Strettamente legato al Museo dell’Arte della Lana è il tessuto noto con il nome di Casentino.
Originario della prima Valle dell’Arno, conosciuto dal Medioevo fino a tutto l’Ottocento come un panno rustico, era contraddistinto dai mercanti fiorentini del Trecento con il nome di panno grosso di Casentino.
Non si conosce precisamente la data di nascita del tipo di tessuto noto oggi come Panno Casentino, cioè quello con la superficie riccioluta sul diritto che è diventato un classico nei colori verde (bandiera) ed arancio (becco d’oca).
Sicuramente tra il 1916 e il 1918 veniva prodotto all’interno del Lanificio di Stia dove è documentata la presenza di una macchina a ratinare di produzione tedesca: quella ratinatrice che oggi restaurata è esposta all’interno del Museo.
Con il panno si realizza un cappotto caratteristico, con martingala e fodera in panno di colore contrastante e con collo guarnito di pelliccia di lupo.
Noto è il cappottino arancione indossato da Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany.
Il panno è pesante, coloratissimo, e voluminoso.
Non è compatto come molti tessuti analoghi: lo useremo come base del feltro ad ago, chissà cosa seremo in grado di inventare!