Maria Letizia Volpicelli, 20 giugno 2017
Avevo detto a me stessa: “No, la filatura no, è troppo! Partire dall’origine del filato? Giammai!”
Invece è successo, e dove? Ma a Feltrosa, a Nazzano, grazie ad un’insegnante paziente e chiara nella sua spiegazione di come fare per avvolgere e attorcigliare la lana attorno al fuso.
Elena Shirinova viene da Mosca e parla solo russo, ma non è stato un problema, il gesto e l’aiuto di Yulia che l’italiano lo parla correttamente, ha insegnato ad un gruppetto di neofite come si aggancia il filo, come si ruota il fuso facendolo scorrere sulla coscia,e ancora, come dosare la lana per rendere il filo sottile e resistente. Con meraviglia e soddisfazione abbiamo visto crescere la nostra matassina.
A volte Elena ci faceva passare sul fuso un po’ di lana senza lavorarla in maniera che un fiocco di lana si intervallasse con quella ritorta. Solo alla fine abbiamo capito il perché. Infatti con un secondo fuso, ed un filo sottile, tipo quello della macchina da cucire, abbiamo riattorcigliato ciò che avevamo filato.
Tutto è stato ingabbiato dal nuovo filo, anche i ciuffi di lana che si sono trasformati in graziosi bozzoli.
A fine lavoro si è realizzata una simpatica collana, dono inatteso di questo incontro interessante che mi ha fatto scattare la molla di sperimentare altre possibilità.
Per cui vi dico mai dire mai e se “Berta filava” c’era un perché!…
Il mio consiglio è di provare anche voi.